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Il punto di partenza (e talvolta anche il ‘capolinea’…!) della crisi di un’impresa, anche con ottime idee, prodotti, servizi e clienti è ovviamente il cash flow.
La liquidità necessaria per coprire esigenze commerciali, fiscali, retributive e le tante inevitabili ‘sorprese’ di un sistema economico-finanziario sempre più complesso, è superiore a quella necessaria soltanto 10 anni fa.
A peggiorare la situazione è l’interlocutore-Banca, essendo il sistema bancario mondiale in grave ‘stato d’ansia’ a causa dell’ultima delle cicliche ossessioni finanziarie: la bolla immobiliare!
Le perdite colossali di banche e istituzioni finanziarie americane, inglesi, svizzere (persino la blasonata UBS!) stanno creando un’onda di incertezze e di diffidenza tra le stesse banche.
Il tasso interbancario è ai massimi, segno della ridotta fiducia che le banche hanno nell’imprestarsi i soldi a vicenda; la domanda che si pongono è: quale sarà la prossima banca a denunciare perdite o addirittura….. (non lo diciamo per scaramanzia!)
Figurati quindi la diffidenza e incertezza delle banche verso il sistema economico-imprenditoriale!
Figurati ancora più la loro strategia difronte al sistema italiano di piccole-medie imprese, a conduzione familiare!
Basilea-2 e le recenti truffe internazionali (vedi la nostrana Parmalat) fanno il resto per spiegare la strategia dominante nel sistema bancario: Fare Cassa! Far rientrare fidi e scoperti urgentemente, incuranti delle evoluzioni degli imprenditori.
I problemi con le banche non si risolvono con i direttori delle filiali, ma occorre accedere a livelli molto superiori, parlare il loro linguaggio e presentare numeri adatti agli schemi interpretativi (sempre più rigidi…) del mondo creditizio.
Tutto ciò richiede competenze ed esperienze specifiche, non disponibili tipicamente all’interno di PMI, ma sfruttabili con interventi ‘chirurgici’ dall’esterno, per lo scopo e il tempo strettamente necessario.
Per approfondire tali temi e per ulteriori informazioni: redazione@complexlab.it