bollino ceralaccato

Economia e diritto nella ciclicità storica - II Parte

Vi è sempre stato un oscillare delle organizzazioni tra rigidità e flessibilità, con effetti profondamente diversi nel loro impatto con le forze in azione nel mondo circostante, dobbiamo considerare che le leggi non sono universali ma sono il frutto di nuovi quesiti.

 

" La teoria non è in grado di spiegare perchè ci sia l'Universo ma, posto che l'universo esiste, offre un notevole contributo nello spiegare perchè l'Universo sia così e non diversamente"
(Barbour)

Vi è sempre stato un oscillare delle organizzazioni tra rigidità e flessibilità, con effetti profondamente diversi nel loro impatto con le forze in azione nel mondo circostante, già la formazione dell'Europa ne è un caso emblematico.

Le invasioni che avvennero nel II - III, V e X secolo d.C. ebbero conseguenze molto diverse agendo su organizzazioni strutturate in modi differenti.

Nel II e III secolo vi era un impero, quello romano, all'apice della potenza, proveniente da un periodo di stabilità, l'età degli Antonini, che a seguito dei rivolgimenti dovuti alla morte di Commodo aveva portato all'ascesa della dinastia militare dei Severi, con una crescita dell'elemento militare nella compagine imperiale, la reazione alla crisi era stata l'irrigiduimento dell'organizzazione e la militarizzazione della società, quale unica alternativa alle pressioni barbariche esterne con il passaggio dal Principato al Dominato.

Nel V secolo la trasformazione è completata e l'apparato imperiale è diventato macchinoso, costoso e fonte esclusiva di prebende, la gestione amministrativa passa di fatto in molti casi di crisi al più agile sistema vescovile che attrae forze intellettualmente più vivaci, tuttavia esistono ancora centri vitale, arterie maestre, nodi economici la cui perdita può portare al collasso di intere province e lungo queste arterie si muovono le ondate barbariche.

L'impero pertanto nella sua unitarietà collassa e si frantuma, organizzando centri di resistenza locali, abbandonando intere province e scendendo a patti localmente con i nuovi popoli, mentre ciò che resta del potere centrale per la parte occidentale, economicamente e militarmente più debole, non può che accettare passivamente le situazioni di fatto createsi.

Sitazione del tutto diversa nel X secolo, quando un ulteriore ondata di invasori si abbattono mediante scorrerie dalle steppe euroasiatiche (Ungari), dalla Scandinavia (Vichinghi) e dalle coste africane (Saraceni).

La situazione cambia completamente, non vi sono alle frontiere eserciti e flotte regolari se non nei due lati opposti dell'Europa, Califfato di Cordova nella Spagna e Impero Bizantino nell'Egeo mentre le marche di frontiera Carolinge vengono subissate a seguito della loro debolezza. Villaggi e città isolate costituiscono una trama su cui si disperde l'aggressione, territori come la Piana Ungherese o la Normandia vengono occupati anche stabilmente ma per una totale occupazione occorre possedere un piano e una continuità d'azione non certo possedute dalle varie ondate di invasori.

Borghi, città e monasteri vengono fortificati, castelli sorgono sulle colline, sui passi montani e sui guadi dei fiumi, la difesa organizzata dal basso mediante coalizioni a livello locale di nobili, ecclesiastici e semplici cittadini, permette di meglio reagire con flessibilità al continuo inaspettato spostarsi dell'epicentro della pressione esterna, la rinascita come la resistenza avviene con auto-organizzazione dal basso mediante il risveglio di iniziative e associazioni private (Lopez).

Acquista rilevanza il posizionamento nella rete che si crea piuttosto che le sole caratteristiche del potenziale alleato, oltre all'innovazione di processo e di prodotto interviene il posizionamento di intermediario (broker) rispetto alle reti sempre più fitte e stabili, nascono le fiere internazionali e le piazze finanziarie ( Soda- Comi ).

Da varie parti è stata rilevata l'importanza dell'azione mediatrice nel collegare gruppi di organizzazioni altrimenti separate, al fine di acquisire il vantaggio competitivo ( Zaheer - Bell ). Una integrazione fra forti legami di cooperazione all'interno del gruppo con una attività di mediazione esterna fra organizzazioni appare la migliore soluzione per compenetrare stretti rapporti fiduciari interni con la variabilità dell'ambiente esterno, ottenendo  pertanto il massimo vantaggio dai due meccanismi (Ahuja).

[ estratto dal diritto.it ]

Sergio Sabetta

Sergio Sabetta

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